Tre incontri on line rivolti a insegnanti, curiosi e teatranti, coordinati da Silvano Antonelli. Seguite gli eventi sulla nostra pagina Facebook, troverete i link per collegarvi.
23 gennaio 2023 dalle ore 17 e 30 alle ore 19 PAROLA SCRITTA – PAROLA RAPPRESENTATA Incontro con Alfonso Cipolla. Clicca qui per rivedere l’incontro.
30 gennaio 2023 dalle ore 17 e 30 alle ore 19 TRA LE RIGHE Progetto Bibliografia Teatro Ragazzi In collaborazione con Assitej Italia Linda Eroli (Presidente Assitej Italia) e il Gruppo di Lavoro “Bibliografia” Clicca qui per rivedere l’incontro.
27 febbraio 2023 dalle ore 17 e 30 alle ore 19 PAROLE, IMMAGINI, SUONI PER NOMINARE IL MONDO Viaggio con passione nel mondo degli albi illustrati Incontro con Luciano Giuriola. Clicca qui per rivedere l’incontro.
A Torino c’è un bambino con un pannolino dentro un passeggino di nome mauro ed è un po’ biricchino che però non mangia il brodino.
Nel presepe di Torino c’è un bambino molto affamato mangia un panino e il vitello tonnato.
Conosco una bambina di nome Emma è molto simpatica, timida e affettuosa e ha 10 anni.
In giro per Torino c’è una bambina con i capelli ricci, molto carina, gli occhi marroni scuri, quando si emoziona diventa tutta rossa in faccia e amava la focaccia.
Un bambino di Torino ha un pancino piccolino e fa la spesa con il suo panino bassino
A Torino c’è un bambino, sta tocando il piano e la sua mamma lo sgrida perchè non e andato a scuola e il bambino le dice che non aveva voglia
Nel presepe di Torino c’è un bambino di nome Pierino, un po bruttino sempre vicino alla mamma. Nessuno poteva toccarlo senò lo prendeva a calcio
A Torino c’è un bambino che ha un cagnolino che gioca ha calcio ed e bravisimo
Io mi chiamo Gabriel Elenco mi piace: pizza, videogiochi, giocare con gli amici e andare a nuoto Elenco non mi piace: mascherine, scuola, rumore alto
Una bambina di torino che si chiama: Eleonora. E’ gentile ed educata, amichevole e basta! E’ la mia migliore amica del (disegno del cuore)! Ha gli occhi marroni i capelli biondi chiari! Non posso stare senza di lei! E’ super disponibile a tutto!
In giro per Torino c’è una bambina molto carina aveva i capelli lunghi fino alla schiena e il suo animale preferito era la iena e aveva una sorella che si chiamava Lorena. E faceva tanta scena per mangiare i broccoli a cena
A Torino c’è un bambino, che mangia un panino con formaggino e salamino, il suo cagnolino mangia crocchette e carne, sua sorella pollo e suo fratello minore gli gnocchi.
Nel presepe di Torino, c’è un bambino biricchino e un po’ pazzerellino, si nasconde nel passeggino con il suo fiorellino e spera che la sua mamma arrivi presto lì vicino.
C’è una bambina a Torino di nome Paola, ha gli occhi verdi e i capelli biondi che gli arrivano fino al ginocchio, al suo compleanno riceve sempre tantissimi regali.
Nel presepe di Torino c’è una bambina che studia tutto il giorno è una macchina da studio! Si alza la mattina ricomincia a studiare, nove dieci prende sempre! Aveva solo un amico oltre il libro e si chiamava Pino. Era molto disponibile, giocava sempre a giochi impossibili! Era molto pauro ma un ottimo amico.
In giro per Torino c’è una bambina molto carina con gli occhi scuri scuri e i capelli neri come i suoi occhietti.
C’è un bambino di Torino, che mangiava un bel panino, era molto biricchino ed voleva un areoplanino o cavalcare un cavallino
Nel presepe di Torino c’è un bambino che si mangia un bel panino, è seduto su una panca ed e tutto sporco di salsa, quindi cerca un fazzoletto, ma in mano ha solo un berretto.
Maurizio Buppanzo il primo bimbo di Torino Maurizio non ha capelli ma ha delle lunghe orecchie e occhi dolcissimi. E’ un po’ grassottello ma con un cuore quasi da santo, va in giro con pantaloncini tenuti da delle bretelle rosse con un cappello di paglia con un nastro verde e con solo 5 denti e alto 30 cm pesa 1 g e ha 7 anni. Il suo cibo preferito sono gli spaghetti alla Maurizio ha una vera coda da gangstar e la ciuccia ogni volta che è nervoso. Poi porta come porta fortuna un monocolo. Per finire ha un orologio da taschino nel cappello.
Nella città di Torino ce un bambino che non studia tanto ma va bene a scuola, tante volte viene sgridata dai genitori ma li piace a essere sgridato ma e bravo anche su altre cose.
A Torino c’è un bambino piccolino juventino che si mangia un panino durante l’ora del merendino A scuola va benino, matematico, intelligente e lui non mente
A Torino c’è un bambino che ama stare nel lettino ama stare solino solino ma ama fare il biricchino.
A Torino c’è un bambino, un po’ basso e un po’ carino, con addosso un grembiulino, un pantalone e le scarpe un po’ brutte e un po’ belle. I suoi capelli di castano con il corpo fortunatamente sano, è un amico molto bravo.
A Torino c’ è un bambino tanto biricchino con gli occhiali Azzurri scuro, gli piace far fumetti e non si taglia mai i capelli, biricchino si lo è ma la tanta fantasia ha in sé.
A Torino c’è un bambino alto magro e un po’ bassino con i capelli tutti biondi e due occhi tutti tondi
A Torino c’è un bambino monellino e biricchino che mangia un panino con il suo mozzarellino
A Torino c’è un bambino che gioca a pallone, tira calci di qua e di là, mentre il nonno pisola tranquillo su una panchina con il giornale nelle mani.
A Torino c’è una bambina che vorrebbe una cagnolina per fare una passeggiatina e insieme una dormitina
A Torino c’è una bambina bassina e sà che sarà perfetta e carina, Quando sa che a fatto un errore gli sale il terrore. Di notte a paura e diventa come uva.
A Torino c’è un bambino che sospira andando al mercato per il regalo che non gli hanno dato incontra un signore che dice “salve” e gli risponde “non ho mai visto donne calve” e quando il mercato ha raggiunto il commesso gli dice “sei assunto
A Torino c’è una bambina con i capelli castani e corti, e vestita tutta blu/azzurro con gli ochi marroni e il suo nome e Anna.
A Torino c’è una bambina senegalese bella che parla tante lingue. Le piace andare al parco e giocare con le amiche e con le sue cugine.
Nel presepe di torino c’è un bambino che adorava le cose tecnologiche e mai ma proprio mai lui leggeva o qualcosaltro sempre attaccato lì i genitori non erano d’accordo ma le fecero una promessa le compravano un telefono solo se leggeva di più il bambino accettò le arrivò il telefono e leggeva di più.
A Torino c’è un bambino piccolino birichino che mangia un panzerottino con dentro il salamino
A Torino c’è un bambino di nome Romino un po’ biricchino ma molto carino e i suoi genitori sono bravini ma non gli danno i regalini perchè è stato cattivo con i nonnini ma alla fine è stato bravo e ha fatto venire a casa Isabo.
A Torino c’è una bambina con i capelli biondi non a gli occhiali gli piace giocare e studiare e intelligente a gli occhi azzurri
A Torino c’è una bambina silenziosa a cui piace disegnare gli animali ma anche li piace giocare con le amiche a nascondino.
A Torino c’è un bambino di nome Pierino che da quando fa il cattivo si arrabbia perchè non ha un regalino.
di Silvano Antonelli, Ferruccio Filipazzi e Luciano Giuriola con Silvano Antonelli e Ferruccio Filipazzi a partire dai 5 anni / Pubblico Misto
Prodotto in collaborazione con CIRCI e con il sostegno di Torino Arti Performative
Filastrocca della vita che comincia e già è finita ma finire non può mai Filastrocca dove vai…
Due attori-musicisti, raccontano ed evocano storie e sentimenti di quella grande filastrocca che si chiama vita. Quella filastrocca che cominciata tanto tempo fa e che non finisce mai. Raccontano storie, ma non necessariamente le loro, storie di nascite, di paure, di batticuori, di bambine coraggiose, di sogni ad occhi aperti. Storie di bambine e bambini, di giovani, di donne e uomini, di anziani. Storie vere e storie inventate. Il narrare e il cantare si susseguono e giocano tra loro evocando quel sentimento potente e sotterraneo del sentirsi parte del divenire del mondo, di essere un pezzo di un Tutto. Di avere una musica dentro. Come una filastrocca che si ripete all’infinito e …..gira, gira, gira. Come gira la giostra al centro della scena: tra un pianto e un sorriso, tra un bambino e un anziano, tra un canto e un racconto.
Si ringraziano in modo particolare Giusi Quarenghi e Giorgio Vivalda.
Recital di canzoni e brevi storie per attore e chitarre.
di e con Silvano Antonelli a partire dai 3 anni / Pubblico Misto
Collaborazione drammaturgica Giulia Antonelli
Prodotto in collaborazione con CIRCI
Se volete riascoltare dal vivo le canzoni e le filastrocche con cui vi ho tenuto compagnia durante la quarantena, ecco l’occasione giusta.
Una carrellata di canzoni, filastrocche e di filastorie originali, scritte cantate e recitate da Silvano Antonelli per e sull’infanzia, che prendono spunto dalla vita e dai pensieri dei bambini . Per una volta sono le paure, i sogni i desideri, le attese, le speranze , i perchè dell’infanzia ad essere oggetto di piccole poesie in musica
Ogni canzone, filastrocca e filastoria diventano parte di un unico piccolo “gran varietà“ dedicato ai bambini che il nostro attore incontrerà…..
Tanti temi, come un atlante della vita e dei sentimenti dei bambini. Ma le canzoni, prima di tutto, sono fatte di musica e di parole. Musica suonata dal vivo, con la chitarra. E parole da cantare insieme. Alla fine dello spettacolo ad ogni sezione o classe verrà consegnata la raccolta dei testi delle canzoni ascoltate in modo da riprenderle e impararle una volta tornati a scuola. Portandoci nel cuore i pezzi di quelle… piccole poesie in musica.
di Silvano Antonelli con Roberta Maraini e Laura Righi. a partire dai 3 anni / Pubblico Misto
Collaborazione drammaturgica Giulia Antonelli Effetti sonori e tecnica Enrico Seimandi. Fisarmonica Registrata Improvvisazioni su musica occitana Ivan Gallino
Realizzato nell’ambito del progetto Interreg Alcotra PLUF!
Mi piace la montagna perché è piena di storie…
Pupazzo di neve
Finale
I Bambini, la Montagna e il Teatro condividono la condizione di essere pensati come periferia. I Bambini della società. La Montagna della geografia territoriale. Il Teatro dei mezzi di comunicazione. E se invece di considerare questa apparente marginalità come una limitazione la si pensasse come una opportunità? Come l’opportunità di immaginare nuovi modi di raccontare e di raccontarsi? In che modo? A partire da ciò che lega e contraddistingue i Bambini, il Teatro e la Montagna: essere esperienza diretta. I Bambini vivono di esperienza diretta. Il Teatro è esperienza diretta. La Montagna è e vive di esperienza diretta. Ai bambini che frequentano le Scuole di alcune valli abbiamo chiesto di raccontare cosa li affascina della montagna e come la descriverebbero a chi non la conosce. Ne sono scaturite una serie di suggestioni che si sono trasformate in “cartoline teatrali”. E allora via con la “cartolina” del viaggio per andare in montagna; e poi quella sui tanti animali che si possono incontrare da vicino; e le lunghe e faticose passeggiate in cui è facilissimo perdersi e poi ritrovarsi; il pic-nic; la seggiovia “che sembra di volare”; e la neve, naturalmente; e la polenta; e la fragilità della montagna e la cura e il rispetto che le si deve; e le tante storie che quelle pietre e quegli alberi custodiscono; e il cielo, le stelle… E tutte quelle sensazioni e quelle parole che non si riescono neppure a dire. Come si fa a descrivere un profumo? E l’eco della voce che si perde in tanti rimandi? E la sensazione dell’erba tra le mani? E del vento sulla pelle? E il buio? E l’immensità? E il silenzio? Una sequenza di scene in cui due attrici, come in un grande gioco, restituiscono al pubblico, in modo divertente, i pensieri dei bambini. Come fossero essi stessi a parlare. I bambini sono sorprendenti. Attraverso la loro apparente semplicità e immediatezza ci faranno provare il brivido del rapporto con la natura e coi misteri che ci circondano.
Collaborazione drammaturgica Giulia Antonelli, Roberta Maraini, Enrico Seimandi
Fascia età da 4 a 8 anni / Pubblico Misto
con il sostegno di TORINO ARTI PERFORMATIVE Prodotto in collaborazione con TEATRO DE MICHELI di COPPARO
Lo spettacolo è l’esito di “Oltre il muro, incontro sul palco tra generazioni”, azione formativa prevista nel 2018 dal progetto “Nuove Generazioni in/a Teatro”
Ehh..la paura…Quando uno ha paura delle volte fa delle cose che sembra cattivo…ma non voleva farle..
Muro – inizio
Muro – osservazione
Muro – braccia
Muro – occhio
Un piccolo muro attraversa la scena. Uno scoppiettio, come di fuochi d’artificio, e arriva Lei. Sembra caduta dal cielo. Forse è appena nata. Si guarda attorno smarrita. Scopre il muro. E, di là dal muro, degli strani esseri …gli spettatori. La ragazza è spaventata. Nella sua testa ci sono un mucchio di pensieri. Come saranno quelli di là dal muro? Quanti saranno? Saranno bravi o cattivi? E se ci attaccano i pidocchi? E se…? Qui comincia il gioco divertente e leggero dello spettacolo. L’attrice di qua, il pubblico di là. E in mezzo il muro. Una sequenza di domande. Una sequenza di scene. Ogni scena uno stereotipo che caratterizza il rapporto con gli altri, con le paure che ci assalgono ogni volta che ci troviamo di fronte a qualcosa o qualcuno che non conosciamo. E le paure e le domande alimentano il muro. Lo fanno crescere. E, si sa, a forza di costruire muri si rischia di rimanere imprigionati. Come in un labirinto. Come fare? Lo spettacolo, naturalmente, una soluzione la dà. Una soluzione e un augurio. Senza retorica e senza voler insegnare nulla. Mettendo al centro la materia di cui è fatto il teatro: le emozioni. L’emozione di essere “Di qua e di là”. L’emozione di cercare di trovare un modo per incontrarsi, per capirsi, per riconoscersi gli uni negli altri, superando i piccoli muri che, spesso, ci portiamo dentro.
Musiche originali: Ettore Cimpincio e Carlo Massarelli
Ideazione pupazzo: Andrea Rugolo
Assistente alla produzione: Talia Geninatti Chiolero
Costumi: l’Atelier di Augusta Franco
Ideazione grafica e impaginazione: Luca Cisternino
Produzione: UNOTEATRO e CONTATO DEL CANAVESE
Dai 3 ai 10 anni / Pubblico Misto
Ci sono dei libri che quando li leggi, quando te li leggono, è come se tutte le parole, le figure, i colori e anche il profumo della carta, uscissero dal libro e ti entrassero nella testa, nella pancia, nel cuore.
Piter pan – Silvano e Laura
I “classici” hanno la caratteristica di parlare al cuore delle persone oltre il tempo nel quale sono stati scritti. Contengono un seme di eternità e di verità. E’ come parlassero alla condizione profonda dell’essere umano.
“Peter Pan” parla del volare, della voglia di spiccare il volo dalla finestra della propria camera. Parla del desiderio di ritornare e di finestre chiuse. Parla dell’ombra, della paura di chi cerca di continuare a sognare ma è assalito dalla nostalgia per la sicurezza perduta.
Peter Pan, a nostro parere, interpreta perfettamente i sentimenti del tempo che ci troviamo a vivere. Questo tempo smarrito in cui sembra difficilissimo, se non impossibile, immaginare un futuro.
Ma i bambini “sono” il futuro. I bambini lo vivranno, il futuro, qualunque esso sia. La loro (e la nostra) capacità di volare e di non avere paura di cadere è l’unica cosa che può far pensare a un domani.
E allora “A PROPOSITO DI PiTER PAN” parla del rapporto tra “i desideri” e “le paure”; due archetipi dell’immaginario bambino e universale.
Lo spettacolo non segue la storia originale di Barrie ma ne è una divagazione; del libro utilizza solo alcune suggestioni: il desiderio di volare, la paura di diventare grande. La finestra diventa il tramite sul mondo; quel mondo che ci chiede di diventare grandi rinunciando, spesso, ai nostri sogni. L’eterna lotta tra Peter Pan e Capitan Uncino diviene, allora, metafora della vita e delle figure adulte che la popolano. Quel vivere in cui c’è sempre un orologio che ti insegue ma anche un cuore che batte. Nel teatro, però, si può “FARE FINTA”, ci si può circondare di piccole magie, magari di una fata che ci aiuti a pensare che i sogni e la vita possano stare insieme.