La Filastrocca che non c’è


Alla base del progetto, l’idea che il mondo abbia, ora, un particolare bisogno di cura, soprattutto dopo un momento in cui ci è apparsa con chiarezza tutta la sua fragilità. L’ambiente ha bisogno di cura. Le relazioni hanno bisogno di cura. Il nostro stesso rapporto col tempo e coi luoghi in cui viviamo ha bisogno di cura. Di nuovi modi di essere e di stare.

Da sempre, si è ricorsi ad un ritmo perduto che ci accorda con le altre persone, con ciò che ci circonda, che accarezza i nodi difficili e che cerca di scioglierli, di renderli più affrontabili.
Questo ritmo sono le filastrocche, un canto antico, che arriva da lontano, che ci fa pensare che, da qualche parte, possa esistere un disegno grande nel quale lasciarsi andare.

Per questo il mondo ha bisogno di Nuove Filastrocche. 

È questa la suggestione da cui ha origine il laboratorio La filastrocca che non c’è, che è stato proposto a 8 classi di due Scuole Primarie di Torino: la Don Murialdo e la Duca D’Aosta.
L’attività ha visto incontri in presenza, a partire dall’innesco dato  dal volume Le Filastorie, di cui è stato fatto dono a tutte le classi, e nel quale è presentato uno stretto legame tra filastrocche e vita quotidiana dei bambini. 
Abbiamo raccolto le filastrocche realizzate dalle classi, con la presenza dei loro insegnanti e lo stimolo degli attori Marta Zotti e Silvano Antonelli. Successivamente è stata fatta una cernita degli elaborati e un adattamento che rispettasse il senso, il ritmo e i pensieri dei bambini.
Il momento finale, inizialmente previsto presso la  Casa del Teatro Ragazzi ed annullato a causa del divieto relativo all’emergenza sanitaria, è stato realizzato  on- line.
 In questo momento pubblico di restituzione dell’attività si sono lette le “Nuove Filastrocche” inframmezzandole a filastrocche e canzoni  già create da Silvano Antonelli per lo  spettacolo “Canzoncine un po’ …bambine”.

Di seguito troverete i testi di tutte le “Nuove Filastrocche” inventate dai bambini e alcuni intermezzi registrati dell’incontro realizzato sulla piattaforma ZOOM a cui hanno partecipato le famiglie.

IL CAMPANELLINO

Campanellino sopra la bici
mentre pedali che cosa dici?
Che cosa pensi mentre ti sento
fare “Drin Drin” sull’aria del vento?.
Penso alle ruote, che sono due,
all’asinello insieme col bue.
Penso che sono sempre da solo.
Qui sul manubrio come un fagiolo.
Non esser triste. Aspetta un momento.
Dopo, vedrai, sarai contento.
In quel momento su un ramo vicino
stava cantando un uccellino.
Un passerotto che sentì tutto.
Poi stette zitto e guardò sotto.
Prese un respiro. Fece un saltello.
Volò vicino al campanello.
Ora nessuno era più solo.
Ora sembrava fossero in volo.
Uno suonava, l’altro cantava.
Uno rideva l’altro scherzava.
Con un amico, pensò il campanello,
ogni viaggetto è molto più bello.

C’ERA UN BOTTONE

C’era una volta un bel bottone.
Ma della giacca. Fate attenzione.
Si era staccato ed era caduto.
E più nessuno l’aveva trovato.
Ma lui a forza di camminare
era arrivato in riva al mare.
Ecco una giacca senza padrone.
“Signora giacca vuole un bottone?”
“No. Ce li ho tutti. Vado di fretta.
Forse cercavi una giacchetta”.
Ma d’improvviso ecco un bambino
senza un bottone sul grembiulino.
“Ciao, sono qua, mi ero perduto,
mentre giocavi a fare il soldato.
Ora col filo ti attaccherò
e un altro gioco m’inventerò”.   

UN BOTTONE DI COTONE

Un bottone di cotone
assomiglia ad un pallone.
Dorme sotto un ombrellone.
Ricoperto da un secchione.

UN BOTTONE (3)

Un bottone, in un cannone,
spara contro il gran portone.
del castello, castellone.
Nel castello c’era un re
Che diceva “Che cos’è?”.
C’era pure una gallina
Che faceva “Coccodé”.

UN BOTTONE (4)

Un bottone, in un borsone,
Si mangiava un ciambellone
grande come un ombrellone,
con in testa un cappellone 
grande come un capannone.
Poi giocava un po’ a pallone
e cadeva nel burrone
pieno zeppo di torrone.

LO SPAZZOLINO

Spazzolino birichino
scappa intorno al lavandino.
Se ad usarlo vuoi provare
fa attenzione a non urlare.
Se no invece dei dentini
lava il naso ed i piedini.
Se no spara il dentifricio
sui capelli e sopra al micio.  

UN CARRELLO

Un carrello, col coltello,
pugnalò un bell’ombrello.
E un uccello. E un porcello

CASATIELLO

Casatiello col carrello.
Guarda, guarda quant’è bello.
Il carrello col mantello.
Il carrello con l’ombrello.
Il carrello col coltello.
Il carrello diamantello.
Il carrello preziosello.
Il carrello cicciottello.
Il carrello con l’agnello.
Il carrello pazzerello.
Fortunato Casatiello
ad avere quel carrello.

LA CAFFETTIERA

“Caffettiera non tremare.
Sopra al fuoco devi andare”.
“Sopra al fuoco no e poi no.
Che se no mi brucerò”.
“Guarda invece che sul fuoco
sei già andata da un bel poco”
“Ma…ma…mamma…questa cosa…
è davvero misteriosa.
Non mi ero neanche accorta
di esser stata coraggiosa”. 

LA NUTELLA

La nutella è proprio bella.
Salta sopra a una ciambella.
Saltan pure le budella.
E la vita sembra bella
quasi come una frittella.
Ma poi arriva la bidella 
e si mangia la padella. 

IL TOPOLINO

Topolino, monellino,
sta mangiando un formaggino,
col cammello e il maialino.
Ma poi trova un bigliettino
con su scritto “Salamino,
stai sognando nel lettino”

SERA D’ESTATE

Era d’estate ed era sera
Stavo seduto in canottiera.
C’era una pera dentro una sfera.
Giocava il gatto nella lettiera.
Come ballasse la capoera.

L’ASINELLO COL CAPPELLO

Un asinello mette un cappello
e, in un momento, diventa bello.
Il caramello, mangia il cammello,
e si ritrova sotto l’ombrello.
Ma se il cammello
mette il cappello
uno, due, tre, diventa snello.
Se l’asinello apre l’ombrello
dal cielo piove del caramello. 

LA SPOSA

Sposa  golosa. Sposa  giocosa.
Sposa non essere irrispettosa.
Sposa non fare la bambocciosa.
Sposa non essere così barbosa.
Prova un po’ a essere più colorosa.
Prova un po’ a essere più pastellosa.
Prova un po’ a essere un po’ più radiosa.
Se no diventi un po’ spaventosa.

IL PELANDRONE

Sei davvero un pelandrone.
Sei davvero un dormiglione.
Come un gatto un po’ gattone
che si mangia il polpettone
al puré di peperone
E si mette il pannolone.

LO SPETTRO

Lo spettro si trova
nel retro del vetro.
Pietro misura, misura col metro
Lo  spazio che c’è 
tra il vetro e lo spettro.
Lo spettro si trova
nel retro del vetro.
Proprio, proprio, dietro a Pietro.

LA ROSA E LA FANCIULLA

C’era una volta una fanciulla molto bella a cui la madre era morta e in ricordo aveva una rosa.
Un giorno il padre partì per un viaggio portando con sé la rosa. 
I giorni passarono e quando il padre tornò la fanciulla vide che il padre aveva perso la rosa. La ragazza pianse. 
Gli anni passarono e la fanciulla incontrò un principe e si innamorarono
e il principe gli diede la rosa persa.

MIO FRATELLO

Mio fratello è un po’ monello.
Con un foglio e un pennarello
fa il disegno di un castello.
Poi lo butta in un ruscello
che si porta via il castello. 

IL MIO GATTO

Il mio gatto, verso sera,
stava dentro la lettiera.
Arrivò la cameriera.
Gli portò la zuccheriera.
Lui saltò nella teiera
per mangiarsi la dentiera.
Ma una grande caffettiera
con in cima una bandiera
lo portò nella miniera,
quella sotto la spalliera.
Per scappar dalla galera
se ne andò fino a Matera.
Ora il gatto è ritornato
e un pochino si è calmato.
Se lo vedo un poco in pena
ci balliam la macarena.  

A BERLINO

Son partito da Torino
con sorella e fratellino.
Siamo andati col trenino 
fino al centro di Berlino.
Mio fratello piccolino
si è mangiato un arrostino
di patate e di tacchino.
Nel frattempo un cagnolino
litigava  col gattino.
Mia sorella si è inciampata
e per terra è rotolata.
e così sopra al gradino
ha perduto il suo dentino.
Ora aspetta il topolino
che le porti un bel soldino.
Ora aspetta anche il leone
che le porti un bel soldone.

NELLA STALLA

Nella stalla una farfalla 
sta giocando con la palla 
Nella stalla c’è una galla
che vicina sta a una balla.
Nella balla della stalla
si diverte il pesce palla
La farfalla, il pesce palla,
con la balla e con la galla,
stanno tutti nella stalla. 

FILASTROCCA SCRITTA IN CLASSE

Le filastrocche non son sempre sciocche
piacciono proprio a tutti quanti…
piacciono ai grandi e ai piccini
piacciono più dei pasticcini,
anche se non li puoi mangiare
con loro il tuo sorriso potrai ingrassare.
Questa filastrocchina che hai letto tu
se chiudi gli occhi canta di più.
Ciao Marta e Silvano
a cui felici vogliamo dare la mano.

 

Ringraziamo i bambini e le bambine, le insegnati e gli insegnanti delle classi III e V della scuola primaria Duca d’Aosta di Torino e le classi I B e I C della scuola primaria Murialdo di Torino.

Il progetto La Filastrocca che non c’è è realizzato dalla Compagnia Teatrale Stilema, sigla artistica di Unoteatro, con il sostegno di TAP (Torino Arti Performative) e la collaborazione delle Biblioteche Civiche Torinesi.